Cronache del nuovo “Dai venite ché vi faccio una foto” 🙂 

Sei su Skype in call con gli amici, state cazzeggiando cercando di sostituire la vecchia serata con birra (/e) vis a vis con una chiamata di gruppo in cui almeno vi vedete in faccia.
Parte l’amico che dice “Dai, facciamoci una foto!” Ed ecco che tu, in tuta, struccata e coi capelli che hanno visto un parrucchiere mesi prima, cerchi di ricomporti un minimo giusto per non sembrare la Nonna Abelarda col grembiule da cucina. Guardi in camera ma non capisci bene dove sia, almeno con la macchina fotografica o con il cellulare quel “pallino” che riprende si vede distintamente. Sei pronta ma:

A) non senti il rumore dello scatto
B) non vedi quando l’improvvisato amico fotografo clicca su “scatta istantanea”
C) siete in 5 case diverse e almeno in una un bambino sta distruggendo qualcosa che obbliga suo padre o sua madre a fare quella tipica espressione del “nnuuuoooo”
D) il quarto amico non era pronto e stava dicendo “Aspet..”

Troppo tardi. L’amico ha scattato.
Manda l’istantanea e sembrate 5 scappati di casa (metaforicamente parlando, si intende) che non hanno mai visto un obiettivo. Allora rifate tutto ma le parti si invertono e quelli che erano pronti prima ora hanno degli spinaci fra i denti e il risultato è comunque pessimo.

Il giorno dopo frequenti un webinar, siete in 40. L’organizzatore vuole immortalare il momento, le probabilità che venga fuori un’istantanea decente sono inversamente proporzionali al numero dei partecipanti. Peccato però che chi tiene il webinar, colto da un entusiasmo irrefrenabile per il successo del suo corso, pubblichi la BELLISSIMA foto scattata un secondo dopo averla fatta. Tu sembri la Nonna Abelarda con una maglietta carina (almeno hai avuto l’accortezza di cambiarti il grembiule da cucina).

Poi il giorno dopo arriva il messaggio di una tua amica fotografa che ti chiede: “Cosa ne pensi dei fotografi che fanno le foto a distanza, attraverso lo schermo?”
Panico. Rivedi in un secondo quelle istantanee e pensi che no, non ne pensi bene. Chi era fotografo prima della quarantena e che ora si improvvisa “fotografo da schermo”, adesso ha anche di mezzo una regia di inquadrature che vaglielo a spiegare a chi dev’essere fotografato come deve posizionare lo schermo del computer o il cellulare perché venga la fotografia che avevi in mente, con la luce giusta, la posizione sul divano giusta e la corretta preparazione allo scatto. Non vedi neanche quello che c’è intorno al computer e stai sicuro che sì, sceglieranno di farsi ritrarre nell’angolo più buio e disordinato della casa.

La fotografia ai tempi del coronavirus non se la passa bene. I venditori di tute e di pigiami si, loro se la passano benissimo.